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Etica e tecnologia nel divenire storico: dal trascendente all’immanente, verso un’educazione inclusiva con l’IA

Lo scorso 8 maggio ho avuto il piacere di tenere una lezione nell’ambito del Master dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, dedicata a un tema di grande attualità e rilevanza: “Etica e tecnologia nel divenire storico: dal trascendente all’immanente, verso un’educazione inclusiva con l’intelligenza artificiale”. L’intervento si inseriva in un percorso formativo che riflette sull’impatto delle tecnologie emergenti, e in particolare dell’IA, nei processi educativi, culturali e sociali.

Dal mito all’infosfera: il passaggio dell’etica

La mia lezione ha preso avvio da una prospettiva storica e filosofica: l’etica, nei suoi sviluppi, riflette i grandi cambiamenti della visione del mondo. Nelle società arcaiche il bene coincideva con l’ordine cosmico, il nomos divino che ordinava l’universo. L’etica era adesione a un cosmo ordinato, simbolicamente rappresentato nei miti e nei riti.

Con l’avvento della modernità e della scienza, si assiste a un progressivo passaggio dal trascendente all’immanente: il riferimento al divino si sposta, e la responsabilità morale si umanizza. Kant sostituisce la legge morale rivelata con la legge della ragione; la tecnica si emancipa dalla religione. Ma cosa accade quando è la tecnica stessa a diventare soggetto di decisione?

L’intelligenza artificiale come nuova soglia antropologica

Oggi siamo davanti a una quarta rivoluzione antropologica, come la definisce Luciano Floridi. Dopo Copernico, Darwin e Freud, l’intelligenza artificiale ridefinisce il nostro senso del sé: se le macchine possono imitare processi decisionali, linguistici ed emotivi, cosa resta dell’umano?

L’IA non è solo uno strumento, ma un ambiente cognitivo che modifica la percezione, l’interazione, l’educazione. L’infosfera, come spazio digitale in cui viviamo, impone un ripensamento profondo dell’etica: non più solo regolazione di comportamenti individuali, ma progetto collettivo di convivenza tra umani e sistemi artificiali.

Educazione e inclusione: una sfida etica

Nel cuore della lezione, abbiamo riflettuto sul ruolo dell’educazione come spazio critico e creativo per formare cittadini consapevoli e non solo utenti. L’IA può potenziare l’inclusione, personalizzare i percorsi formativi, superare barriere cognitive e linguistiche. Ma può anche rafforzare stereotipi, invisibilizzare soggettività, standardizzare il pensiero.

L’etica che serve oggi è un’etica relazionale, responsabile, progettuale. Un’etica che sappia coniugare la precisione della macchina con la fragilità creativa dell’umano, che sappia educare all’uso critico e non ingenuo dell’IA.

Verso un umanesimo digitale

In dialogo con pensatori come Hannah Arendt, Julian Nida-Rümelin e Paolo Benanti, ho proposto una riflessione che non demonizza la tecnologia, ma ne riconosce i limiti, i rischi e le potenzialità. L’umanesimo digitale non è nostalgia del passato, ma ricerca di senso nel presente. È un invito a umanizzare l’innovazione, orientandola verso la dignità, la libertà e la giustizia.


La sfida educativa del nostro tempo è insegnare a convivere con l’algoritmo senza cedere all’automatismo. È restare liberi nel tempo delle macchine intelligenti. È imparare a pensare, ancora e di nuovo, con profondità etica e visione storica.

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